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Fotografia le ottiche sensibili


L’emotività delle ottiche Un’ottica non possiede, ovviamente, una sua propria emotività in quanto essere sensibile. Essa è tuttavia al servizio di un essere umano che la utilizza per infondere negli scatti la capacità di emozionare. Scegliere attraverso quale obiettivo raccontare una determinata scena è di fondamentale importanza per determinare il livello di coinvolgimento emotivo che desideriamo suscitare nell’osservatore. Rappresentare un mercato etnico attraverso l’utilizzo di un obiettivo grandangolare (ad esempio un 24 millimetri) ci da la possibilità di coinvolgere maggiormente il nostro pubblico nella scena; le prospettive esasperate sembreranno quasi invitare le persone ad entrare nell’inquadratura, arrivando addirittura a suggerire ulteriori spunti sensoriali rispetto alla vista: odori, sapori, consistenze prenderanno magicamente vita grazie al giusto abbinamento dell’ottica scelta e della profondità di campo impostata. Se, di contro, vogliamo invece suggerire una limitata partecipazione (tanto del fotografo quanto dell’osservatore) ad un evento, sarà bene scegliere un teleobiettivo: questo tipo di ottica consente un allontanamento fisico dal centro dell’azione conservando allo stesso tempo un’impressionante ricchezza di dettagli. A proposito di dettagli: sarà la selezione della profondità di campo a determinarne la quantità. Se l’utilizzo della giusta ottica è importantissimo in fotografia lo è ancor di più in ambito video. Il cinema mette in scena le storie attraverso un linguaggio sfaccettato, composto dalla sommatoria dei vari strumenti utilizzati. I generi horror e thriller ci vengono in aiuto per capire meglio di cosa stiamo parlando. Immaginate il protagonista di una crime-story che sta facendo indagini su un pericoloso cartello criminale. Ad un certo punto lo troviamo impegnato nel tentativo di entrare in quello che presume essere il covo dei malviventi: l’edificio sembra vuoto ed il nostro protagonista non dovrebbe quindi correre alcun pericolo. Eppure, da spettatori, proviamo ugualmente un brivido lungo la schiena. Il regista ha infatti deciso di inquadrare il detective da lontano attraverso l’uso di un teleobiettivo, muovendo la macchina da presa in modo tale da farci percepire la presenza di qualcuno che, di nascosto, osserva il nostro protagonista. È attraverso simili espedienti che si manifesta la magia del cinema, elemento fondamentale della quale è il perfetto utilizzo delle tecniche fotografiche. 

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